Eilat Shinar: il Centro del Sangue del Magen David Adom più sicuro e protetto
(intervista tratta da “The Canadian Jewish News”, 10 agosto 2017, a cura di Sheri Shefa)
La Prof. Shinar, Direttore dei Servizi del Sangue del MDA Israel, ha parlato al CJN della Nuova Banca del Sangue all’avanguardia che verrà costruita a Ramla. Denominata Centro Nazionale Marcus dei Servizi del Sangue, in onore del cofondatore Bernie Marcus, è stata finanziata in gran parte dagli Amici del MDA del Nord America.
Può parlarmi dell’ultima iniziativa del MDA, per la quale si sta ricercando il sostegno delle comunità della diaspora? Il progetto più importante che abbia mai avuto il MDA è la costruzione di un nuovo Centro dei Servizi del Sangue. Noi abbiamo uno splendido centro dei servizi del sangue costruito negli anni ’80, ma quando venne costruito fornivamo 175.000 unità di sangue all’anno e vi erano solo pochi test che venivano effettuati a quel tempo per le malattie infettive. Oggi abbiamo bisogno di una struttura per i prossimi 20 o 30 anni che possa far fronte all’aumento della popolazione israeliana e dell’età media, garantendo circa 500.000 unità all’anno, duplicando l’attuale capacità. Non solo questo, le nuove tecnologie e i nuovi metodi di ricerca che si stanno sviluppando richiedono più laboratori: solo una nuova struttura potrà offrire lo spazio di lavoro necessario. Ma queste non sono le uniche ragioni per le quali abbiamo bisogno disperatamente di una nuova struttura. Abbiamo imparato, nel modo più difficile, che i missili lanciati sia dal Libano che da Gaza possono raggiungere Tel Aviv. E certamente, quando l’attuale centro venne costruito, nessuno avrebbe immaginato che questa sarebbe stata la situazione, per questo siamo convinti che il nuovo Centro del Sangue sarà super protetto, essendo l’unico centro per i servizi del sangue di Israele. La nuova struttura avrà dei piani sotterranei dove potremo lavorare in sicurezza in ogni momento, sia in tempi di pace sia quando i nostri vicini decidono di lanciarci contro dei missili. La nuova struttura, inoltre, seguirà i nuovi standard di sicurezza antisismici. In definitiva, direi che la ragione per costruire questo nuovo centro dei servizi del sangue sia di avere una struttura più ampia, molto più sicura e protetta, dalla quale potremo provvedere al fabbisogno della classe medica sia in pace, sia in guerra, sia durante attacchi terroristici sia durante calamità naturali.
Quali sono i costi per realizzare questo nuovo centro? Si prevede che si aggiri tra i 120 e i 140 milioni di dollari. Per ora abbiamo circa 60 milioni di dollari e stiamo per iniziare gli scavi per la costruzione.
Quando si prevede di completarne la costruzione? Questo dipende con chi ne parli (ridendo). Sono una terribile ottimista così dico 3 o 4 anni. Se ci vorrà meno, ottimo, se ce ne vorrà di più, non va tanto bene.
È difficile convincere gli israeliani a donare sangue? Dipende dalla stagione. Sia durante le feste ebraiche, da Rosh Hashanà a Sukkot e da Pesach a Shavuot, sia nei mesi estivi, è davvero difficile reclutare donatori perché sono tutti indaffarati e trascorrono il tempo in famiglia o in vacanza. Sono quattro i mesi nei quali abbiamo più difficoltà, ma in generale in Israele la popolazione è consapevole della necessità di sangue e certamente, se succede qualcosa, come un attacco terroristico, o un grave incidente d’auto, le persone sono più propense a donare. In generale, raccogliamo 1.000 unità al giorno.
Può parlarmi della controversia riguardante la possibilità di accettare donazioni di sangue da omosessuali o israeliani etiopi? Gli standard del Ministero della Salute sono cambiati dal 1 giugno. Quando parliamo di omosessuali – o uomini che fanno sesso con degli uomini – esiste un differimento di 12 mesi dall’ultimo rapporto sessuale avuto con un uomo. Per quanto riguarda gli israeliani etiopi, in questione non sono gli etiopi, ma ci si riferiva alle persone che provengono da paesi ad alto rischio HIV e epatite B, che costituivano un rischio per il destinatario. Queste persone devono aspettare 12 mesi per donare sangue. Oggi non conta dove sei nato e meno che mai il tuo colore della pelle, ma ciò che conta è se si ha un comportamento ad alto rischio. Sappiamo che pur attenendosi ai test migliori, esiste un periodo iniziale dall’infezione, durante il quale il livello delle particelle del virus non viene rilevato neppure dai test più sofisticati, il periodo cosiddetto “ finestra”.
MDA non si occupa solo di raccogliere sangue – è anche un servizio di ambulanza. Sì, dal 1950 quando la Knesset varò la proposta di legge sul MDA – che è un’organizzazone no profit, equivalente alla Croce Rossa – in base alla quale veniva data al MDA la responsabilità di tutti i servizi medici di emergenza, ciò vuol dire tutte le ambulanze, le unità di terapia intensiva, gli elicotteri e qualunque cosa riguardi l’evacuazione. Noi ci occupiamo anche di portare sollievo in seguito a disastri e di attività umanitarie, così facciamo entrambe le cose: rappresentiamo i servizi nazionali medici di emergenza nazionali e i servizi nazionali del sangue.
In un periodo nel quale Israele viene colpita regolarmente da attacchi terroristici, il MDA come affronta l’aumento di richiesta di soccorso? Noi siamo circa 2000 impiegati pagati e siamo coadiuvati da quasi 15.000 volontari formati dal MDA. Questi ultimi possono essere formati per offrire il primo soccorso o per diventare paramedico supervisore di alto livello. Quando c’è bisogno di loro, i volontari saltano fuori dal loro ufficio o da qualunque cosa stiano facendo. Nelle loro auto hanno il kit di primo soccorso e diventano Primi Soccorritori. Il budget che abbiamo copre in realtà le basi, noi vogliamo fare molto di più del lavoro base. Dobbiamo ringraziare i nostri donatori e le associazioni amiche che ci permettono di compiere la nostra missione qui. E’ solo con il loro aiuto che possiamo fare quello che facciamo.
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