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Essere preparati al soccorso è metà della salvezza: resoconto del corso

di Elena Ester Rivka Guadagnini


Come preannunciato nella nostra sezione News, mercoledì 24 maggio si è tenuto nella sala Bené Berith, a Milano, un corso avanzato di primo soccorso e gestione dell’emergenza, al quale hanno partecipato più di 20 persone.


Lo ha illustrato Felix Lotan, Paramedico Senior e Direttore del Dipartimento delle Emergenze di MDA con una esperienza di vent’anni sul campo, coadiuvato da Jacopo Jona Falco, medico responsabile della formazione di AMDA Italia.


Il focus è stato la gestione delle ferite da armi da fuoco, bianche, esplosioni e triage d’emergenza; in particolare, la lezione che il MDA ha imparato negli anni fronteggiando attacchi terroristici e incidenti con un elevato numero di feriti, e la risposta che ha sviluppato, e che si applica – questa la sua forza – sia alle piccole emergenze che alle grandi.


Un protocollo semplice, messo a punto avendo in mente le persone comuni che si trovano spettatrici di una fatalità, e articolato in 7 linee guida: la sicurezza, sia dei civili sia di chi presta i soccorsi; la chiamata di soccorso, cioè il numero a cui risponde il servizio di primo soccorso (101 in Israele, 112 in Italia), a cui fornire (con la maggiore precisione possibile, insiste Felix Lotan) informazioni circa il luogo e la tipologia dell’incidente, il numero approssimativo dei feriti, l’entità e la tipologia delle ferite;

il supporto che la centrale operativa fornisce nel tempo che intercorre tra la chiamata e l’arrivo dei soccorsi.

Dopo le operazioni preliminari, è fondamentale fare una classifica dei feriti (chiamata in gergo “triage”), cercando di distinguere tra le condizioni critiche e quelle moderate o lievi, per poi passare a soccorrere i feriti, cercando di intervenire fermando le perdite di sangue. Lotan spiega come la maggior parte dei decessi avvenga proprio perché la vittima perde troppo sangue, per cui è fondamentale eseguire vari tipi di bendaggio in modo da scongiurare una emorragia fatale.


Tenendo presente che il triage è un processo dinamico, perché le condizioni di un ferito possono aggravarsi in breve tempo e che, contro intuitivamente, è necessario fare il massimo per il maggior numero di persone piuttosto che concentrarsi su una sola persona in stato critico, Lotan e Jona Falco raccomandano di non curarsi troppo, in sede di emergenza, dell’igiene o di cosa useremo per tamponare le ferite: una volta arrivati i soccorsi, saranno i paramedici a fornire delle coperture antibiotiche a scongiurare le infezioni e a sostituire le nostre bende di fortuna (sciarpe, maniche strappate dalle camicie e simili) con prodotti medicali adeguati e sterili.

Mantenendo il contatto telefonico con la centrale, fornire un rapporto accurato sullo stato dei feriti permette ai soccorritori di intervenire in modo mirato; infine, ma non meno importante, assistere la squadra di emergenza medica (EMS – Emergency Medical Service) prestandosi nel dare supporto nello spostare i feriti e/o nel somministrare alcuni semplici trattamenti.


Conclusa la parte teorica del corso, che includeva la visione di una serie di video reali di attacchi terroristici e incidenti d’auto per comprendere le dinamiche illustrate in precedenza, si è proceduti con l’esercitazione pratica.


Infine, Lotan ha mostrato l’intervento portato dalla squadra israeliana di soccorso da lui guidata in Turchia, in occasione del terremoto che lo scorso febbraio ha distrutto ampie zone urbane nella parte est del paese.


Se dovessimo riassumere il corso in una frase, useremmo certamente le parole incisive di Lotan, abituato a ragionare in modo pratico ed efficiente: ci sono due cose importanti e correlate da tenere a mente nelle emergenze, ovvero sapere cosa fare e cosa non fare e la gestione del tempo, poiché “ogni secondo fa la differenza”. La conoscenza dei principi di base illustrati sopra, unita alla pratica nelle principali tecniche del primo soccorso, consente di salvare e mettere al sicuro molte vittime degli incidenti e degli attacchi terroristici.








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