Israele e MDA in prima linea per aiutare il Nepal
Riportiamo alcuni passaggi di un articolo di Amit Zarouk, portavoce e consigliere politico dell’ambasciata d’Israele a Roma, che descrivono l’intervento umanitario di Israele, in particolare di IDF e di Maghen David Adom, a sostegno del Nepal, colpito recentemente da un terribile terremoto.

“Così come altri paesi da tutte le parti del mondo, anche Israele ha inviato delle squadre speciali per la ricerca e il salvataggio in Nepal. Come già accaduto in passato per altri drammatici disastri ambientali (basti pensare ad Haiti nel gennaio 2010, alla Turchia nel 1999, dove furono estratti vivi dalle macerie 12 persone, al Giappone nel 2011 dove più di 220 persone hanno ricevuto cure mediche nell’ospedale da campo del Magen David Adom, al Kenya nel 2006 e alle Filippine nel 2013), Israele sente forte il dovere morale di essere in prima fila nell’assistere i paesi sconvolti da calamità naturali e di ricorrere a tutta la sua esperienza e abilità nell’intervenire in condizioni di emergenza.
La spedizione, già inviata nelle prime ore dopo il terribile terremoto, è composta da 260 membri, esperti in operazioni di ricerca e recupero dell’esercito Israeliano. L’unità fondata nel 1983 è altamente formata sia per interventi nel suolo nazionale che al di fuori dei confini. Composta principalmente da riservisti dell’esercito sempre pronti a rispondere alla chiamata di emergenza, l’unità è stata salutata dal presidente Rivlin con l’augurio di avere successo in questa coraggiosa missione umanitaria. Rivlin dopo aver espresso in rappresentanza di Israele le più sentite condoglianze al popolo nepalese ha detto che gli operatori umanitari rappresentano i più alti valori universali e li ha paragonati a degli angeli messaggeri.
Grazie all’impegno di Maghen David Adom è già stata disposta per l’utilizzo un’avanzata struttura medica multi-dipartimentale che può contare su 95 tonnellate di aiuti umanitari e uno staff di 122 dottori, infermieri e paramedici per la città di Kathmandu. La struttura è provvista di reparti chirurgici e per la radiologia, ma soprattutto specializzati in pediatria e neonatologia vista la grande emergenza che sta colpendo le fasce più indifese della popolazione nepalese, in gran parte composta da bambini e minorenni. Questo ospedale da campo ha equipaggiamento, capacità e manodopera per curare apprositivamente 200 pazienti al giorno.
In Israele il fiato è ancora sospeso per le sorti di 50 Israeliani che si trovavano in Nepal durante il violento terremoto e di cui ancora non si hanno notizie. Queste ore sono quindi piene di attesa e speranza, mi auguro che il Nepal possa presto rialzarsi da un evento cosi triste.”
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