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Soldato IDF gravemente ferito a Gaza ha incontrato il donatore di sangue che gli ha salvato la vita



Lo scorso primo di novembre Eytan Tesler, un soldato dell'esercito israeliano impegnato nei combattimenti a Gaza, è stato ferito gravemente ai polmoni dal fuoco di Hamas e ha rischiato di morire sul campo per emorragia e soffocamento. Trasferito immediatamente su un veicolo medico a poca distanza, gli è stata somministrata una dose di sangue (500 ml) di "sangue intero"  che ha stabilizzato le sue condizioni e lo ha mantenuto in vita durante l'operazione chirurgica effettuata in loco. Questo trattamento salva vita si basa su sangue non separato nelle sue componenti, ma usato integro, recentemente donato e tenuto refrigerato con speciali frigoriferi montati sul mezzo di soccorso. Questo sangue viene solamente sottoposto alle analisi necessarie per determinarne le caratteristiche e allo screening per evitare eventuali malattie.


Alcuni giorni fa Eytan, che ora sta bene, ha incontrato nella sede della Banca del Sangue del Magen David Adom a Ramle, Gershon Panker, il donatore della sacca di sangue che gli ha salvato la vita.

Spiega la prof.ssa Eilat Shinar, Direttrice dei Servizi Trasfusionali della Banca del Sangue che è stata testimone di questo momento di grande commozione, che Israele è l'unico stato al mondo in cui è stata adottata la pratica di portare il sangue intero direttamente sul campo per renderlo immediatamente disponibile e così accelerare i tempi per la cura e la salvezza dei feriti gravi. Ad essi viene fornito questo "sangue intero", cioè proveniente da un unico donatore di tipo zero (donatore universale) e non frazionato, come è invece la pratica usuale.


Normalmente, ciò che si fa è separare il sangue nei suoi componenti e usare ad esempio la parte di cellule e quella di plasma in due momenti diversi della trasfusione. Raramente si incontra una qualità globale di sangue tale da poter essere somministrata come è, previ i controlli per eventuali patogeni. In Israele, solo il 10% dei donatori ha questo tipo di sangue, il tipo zero positivo, che viene riservato ai soldati al fronte, portato dagli elicotteri del MDA e dell'esercito e da speciali mezzi medici, di cure intensive, che sono in prima linea per minimizzare i tempi tra la ferita e la sua cura.

Israele è uno dei tre stati al mondo ad usare il sangue "intero", ma come detto l'unico a portarlo direttamente sul campo di battaglia fino alla prima linea attraverso unità mobili speciali operate da un medico, un paramedico e un infermiere che sanno come maneggiare e somministrare il sangue. Queste unità mobili sono assegnate ad ogni brigata (suddivisione dell'esercito, che conta dai 3000 ai 5000 uomini).

 

Il sangue donato normalmente (al ritmo di 1100 dosi giornaliere) viene processato e, come accennato, separato e conservato: gli eritrociti vengono tenuti nei frigoriferi, il plasma viene congelato e trombociti e piastrine vengono lasciati a temperatura ambiente.

Nel caso di donatori di tipo zero, con un sangue perfetto, la dose da mezzo litro viene lasciata intatta e trasferita al fronte avendo cura tra un passaggio e l'altro di mezzo di soccorso, (elicotteri del MDA e dell'esercito, quindi mezzi via via più vicini ai combattimenti) di essere mantenuta fredda e poi di essere scaldata con un'altra apparecchiatura speciale in modo da poter venire somministrata al paziente in attesa di arrivare nella struttura ospedaliera più vicina.

Questa procedura è ad oggi solo appannaggio di Israele. Durante il conflitto ancora in corso con Hamas, si è deciso per la prima volta di eseguirla, portando il sangue intero direttamente sul campo per evitare di perdere vite preziose a causa del sanguinamento.

Inoltre, MDA è stato in grado, con una tempestiva campagna informativa e con un lavoro logistico non facile, di raccogliere il quadruplo del sangue normalmente raccolto e distribuirlo all'esercito e a tutti gli ospedali. I donatori si sono presentati spontaneamente nei punti predisposti dal MDA, col preciso intento di contribuire a salvare le persone.

 

E con grandissima soddisfazione oggi vediamo questo complesso meccanismo agire perfettamente e il miracolo - continua la prof.ssa Shinar -  che ha portato un soldato che era in fin di vita ad abbracciare il donatore che col suo gesto gli ha salvato la vita.

 

Per approfondimenti sulla innovativa procedura salva-vita con sangue intero messa in atto da Israele con la collaborazione del MDA, cliccare al seguente link:









 

 



 

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