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Ziv Shilon è un soldato dell’esercito israeliano la cui storia è esemplare per ricordarci quanto siano importanti la nuova Banca del Sangue di Magen David Adom e tutto il lavoro svolto da MDA per mettere immediatamente a disposizione il sangue per chi ne ha bisogno.

Era l’ultimo giorno di Ziv come comandante della sua compagnia nelle Forze di difesa israeliane e la sua missione quel giorno era verificare l’eventuale presenza di esplosivi lungo il confine con Gaza. L’incidente accade proprio quando Ziv sta rientrando: apre il cancello nella recinzione di sicurezza per permettere all’ultimo mezzo dell’IDF di tornare in territorio israeliano e nel tempo di un respiro profondo tutto esplode attorno a lui.

In un primo momento ho pensato di aver perso entrambe le mani”, racconta Ziv, che in effetti da allora vive con un arto artificiale dopo 4 giorni drammatici in ospedale in stato di incoscienza e due settimane sospeso tra la vita e la morte. Serviranno 56 unità di plasma per ripristinare la sua circolazione sanguigna. “Quel sangue ha salvato la mia vita” ricorda Ziv sottolineando l’importanza di MDA nella raccolta del plasma. Oggi Ziv è padre di due bellissimi bambini e attivamente impegnato come consulente per le imprese nel campo dell’innovazione per superare le disabilità. Lui stesso partecipa alle impegnative prove della Iron Man. Niente di tutto questo sarebbe successo se qualcuno non avesse donato quelle 56 sacche di sangue e Magen David Adom non le avesse raccolte, custodite nella sua Banca del Sangue e messe a disposizione degli ospedali israeliani.

Anche voi potete contribuire a salvare persone come Ziv facendo donazioni specifiche per coprire i costi per la conservazione del plasma nella nuova Banca del Sangue di Ramle: in pratica “adotterete” una o più unità di sangue. Un investimento sulla vita umana che può avere un valore enorme.





 

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Da fine settembre una nuova tecnologia in Israele, sviluppata proprio dall'unità di programmazione interna del Magen David Adom permette di avere una risposta ancora più rapida alle emergenze. Un sistema che mette in interconnessione i tre servizi di soccorso israeliani: Polizia di Israele, Servizio antincendio e, naturalmente, Magen David Adom consentendo loro di inviarsi automaticamente l'un l'altro le richieste senza doversi contattare manualmente, come era necessario in precedenza.

A differenza di quanto avviene nelle nazioni che hanno scelto di avere un numero unico per le emergenze, gli israeliani compongono numeri separati per chiamare la polizia, un’ambulanza o i vigili del fuoco (rispettivamente 100, 101 e 102). Il chiaro vantaggio di questo sistema è che chi chiama non deve prima parlare con un operatore unico e questo diminuisce i tempi di risposta, lo svantaggio è che se si sbaglia numero, o come capita frequentemente, l’emergenza coinvolge più servizi, si perderà invece tempo per chiamare sul posto anche gli altri operatori.

Questa nuova connessione a tre vie elimina la necessità di questo tipo di chiamate, consentendo all'intelligenza artificiale che MDA ha incorporato nel proprio sistema, così come in quelle all’interno dei servizi antincendio e di Polizia, di connettere automaticamente le risorse necessarie delle altre agenzie.

Ogni intelligenza artificiale, infatti, si attiverà dopo l’inserimento della natura dell'emergenza in uno dei sistemi CAD (Computer Assisted Dispatch) del servizio. Una chiamata al MDA relativa a un ferito in una sparatoria, ad esempio, richiama automaticamente sia l'ambulanza che la polizia. Allo stesso modo, la segnalazione di un incendio in un appartamento all'Israel Fire and Rescue Service (servizio antincendio e di soccorso israeliano) convocherà il personale di tutti e tre i servizi: i vigili del fuoco per affrontare l'incendio stesso, la polizia per controllare il traffico stradale e le ambulanze per curare i potenziali feriti.

"La nuova interconnessione farà risparmiare tempo e potenzialmente vite umane", ha dichiarato Ido Rosenblat, responsabile delle informazioni del Magen David Adom, che ha supervisionato il ruolo di MDA nell'iniziativa. "In precedenza il protocollo per contattare la polizia o i vigili del fuoco era sequenziale, cioè inviavamo le nostre ambulanze e i nostri Medicycles e solo successivamente contattavamo le altre agenzie".

Processi sequenziali simili avvenivano anche per la Polizia israeliana o per i Vigili del fuoco, se venivano chiamati per primi, ma si determinava la necessità di inviare anche altre agenzie.

"Ora", ha spiegato Rosenblat, "il processo è simultaneo, il che significa che la polizia, i vigili del fuoco o le ambulanze vengono inviate contemporaneamente - e da una qualsiasi delle tre agenzie - automaticamente se l'emergenza richiede una risposta da parte di più agenzie. Si tratta di un enorme risparmio di tempo, che porterà più rapidamente sul posto una risposta di emergenza più solida e libererà i centralinisti per dedicare più tempo a consigliare il chiamante e a fornirgli un servizio migliore".

 

Un evento che ha ricordato l’impegno comune verso la vita a cui sono intervenuti l’ambasciatore designato di Israele Alon Bar, Mohammed Al-Hadid, Presidente della Mezza Luna Rossa di Giordania, i vertici di MDA Israele e UK, e tanti, tanti ospiti


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Oltre 160 ospiti e molte personalità internazionali per una serata memorabile, soprattutto per le parole che sono riecheggiate in questo 20 settembre nella sala gremita dell’Hotel Sheraton San Siro di Milano. Sala che, per l’occasione, è stata addobbata con i colori bianco e rosso che spettano alle organizzazioni di soccorso internazionali e con la fiammante moto medica gialla che sfoggiava una dedica al Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella e la Stella Rossa del Magen David Adom.

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L’evento del 20 settembre è stato infatti organizzato dall’Associazione Amici di Magen David Adom Italia ETS nella ricorrenza dei dieci anni dell’Associazione nata esattamente il 19 settembre 2012 a Milano, allo scopo di sostenere l’organizzazione di soccorso dello Stato di Israele. Ma è stata soprattutto l’occasione per parlare di pace, all’amicizia e alla solidarietà, per realizzare la missione più importante che possa essere affidata all’umanità: salvare vite. E questo grazie anche alla presenza di due straordinari ospiti: l’Ambasciatore designato di Israele in Italia S.E. Alon Bar, in una delle sue prime uscite ufficiali e Mohammed Al-Hadid, Presidente della Mezza Luna Rossa giordana, un uomo che si batte da sempre per la cooperazione delle associazioni di soccorso in Medio Oriente.


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A presentare l’evento l’attrice Matilde Gioli, un tocco di fascino e professionalità con un legame particolare ai temi dell’incontro. “Mi sento vicina a questo mondo, da qualche anno sono medico anche io – ha scherzato ricordando il personaggio che interpreta in una fortunata serie TV, ma ha anche elencato i numeri impressionanti di MDA nel 2021 e il conseguente impegno italiano – in Israele MDA ha risposto a 1.259.464 emergenze, trattato quasi 700.000 pazienti, raccolto circa 270.000 unità di plasma. In questi 10 anni gli Amici di MDA Italia hanno contribuito ad inviare in Israele mezzi e attrezzature di soccorso, hanno partecipato alla costruzione del nuovo Marcus National Blood Services Center, della nuova sede operativa di MDA a Gan Yavne, installato defibrillatori DAE nei siti più frequentati dell’ebraismo italiano e realizzato corsi di formazione e occasioni di condivisione di esperienze e confronto tra paramedici del MDA e soccorritori del nostro territorio sui protocolli in caso di maxi emergenze”.


Dopo un saluto del Rabbino Capo di Milano, Alfonso Arbib, il compleanno di AMDA Italia ha preso il via con le commosse parole del Presidente e fondatore dell’Associazione, Sami Sisa: “Sono stati 10 lunghissimi anni questi in cui abbiamo sostenuto Magen David Adom in Israele, ma anche i primi passi di una magnifica avventura, in un mondo che ha visto cambiamenti inimmaginabili. Anni entusiasmanti, quanto difficili, dove la nostra associazione non ha mai perso di vista il proprio obiettivo: far conoscere in Italia quella magnifica realtà che è Magen David Adom. Però tra tutto quanto abbiamo compiuto, il bene di maggior valore non ha una targa o una dedica: è l’amicizia”.


Le sue parole hanno avuto un seguito in quelle dell’ambasciatore Alon Bar, che ha ricordato l’impegno di MDA in Israele e nel mondo “possibile solo grazie al sostegno di persone come voi” e di come questa serata sia destinata a consolidare il ponte di amicizia tra Italia e Israele.

E proprio da Israele è giunta una significativa delegazione di MDA capitanata da Yonatan Yagodovsky, Director, Fundraising & International Relations MDA.Siete per me motivo di felicità, il fatto di essere sostenuti da voi è assolutamente importante per il nostro lavoro quotidiano. Sono veramente fortunato che Sami si sia preso il compito di ristabilire l’organizzazione qui diffondendo i nostri valori e le nostre idee”, ha dichiarato prima di regalare al Presidente dell’Associazione Italiana un bellissimo modellino di ambulanza.


È stata poi la volta di Felix Lotan e Giada Hachmoun Baum, paramedici e formatori di MDA, che hanno portato la loro testimonianza sul lavoro quotidiano dell’Organizzazione. Felix in particolare sulle operazioni che vedono coinvolta MDA in caso di calamità naturali. Giada sul cammino che l’ha portata da Roma fino a diventare paramedico in Israele.

Una promessa, un discorso di pace e un impegno a donare

Daniel Burger, Chief Executive di MDA UK, ha introdotto l’ospite d’onore, non prima però di un annuncio importante: “MDA Italia ha fatto un ottimo lavoro. Il nostro Presidente Sir Russell Jacobs (cfr) ha promesso che qualunque somma sarà raccolta in questa serata, sarà duplicata dalla nostra organizzazione inglese”.

Tutto incentrato sulla pace e la collaborazione il discorso del dott. Al Hadid “Il vostro lavoro qui in Italia è stato brillante e Matilde Gioli da questa sera è diventata davvero una nostra collega - ha esordito scherzando, prima di ricordare come il suo lavoro nella Mezzaluna Rossa e poi nella Croce Rossa Internazionale l’abbia coinvolto sempre di più. “Si crea una dipendenza, non puoi più smettere quando lavori per questa causa”.

Una causa che ha che vedere con la pace e la cultura umanitaria. “Sapete bene cosa succede in Medio Oriente, dove viviamo noi: è la culla di tre religioni: Ebraismo, Cristianesimo e Islam. Uno penserebbe che questa cosa sia un incentivo a vivere in pace, eppure continuiamo a guardarci con sospetto. Quello che dobbiamo fare è invece creare una cultura di rispetto reciproco, una cultura della vita che unisca due popoli traumatizzati da tanti anni di sfiducia. Abbiamo l’impegno di lasciare ai nostri figli e ai nostri nipoti la speranza di anni migliori e se riusciremo a portare la pace tra di noi, sarà solo una questione di tempo e gli altri paesi seguiranno”.

Ero studente in Inghilterra negli anni ‘70 – ha proseguito Al Hadid – stavo vedendo in TV un incontro di Mohamed Alì, insieme al mio amico Ben che era israeliano, un altro studente entrò e si mise a gridare che non potevamo stare insieme se i nostri paesi erano nemici. Per me era inconcepibile, io e Ben eravamo amici da tanto tempo… Questo ci insegna che bisogna conoscere le persone prima di poter giudicare, perché quando lo si fa sopravviene il rispetto e la comprensione. Finché ci ignoriamo siamo più propensi a considerare l’altro come un nemico. La conoscenza deve essere un ponte per ottenere la pace in Medio Oriente”.

Infine ha ricordato come sono stati costruiti i rapporti di amicizia tra Mezzaluna Rossa e MDA e come questo ha portato l’Organizzazione all’interno della Croce Rossa Internazionale. “Era il 1997 e in Giordania c’era stato un lieve terremoto, ho considerato come fossimo al centro di una vasta area sismica e quindi perché non fare qualcosa insieme ai nostri vicini? In fondo eravamo tutti nella stessa barca. Ci volle un po’ di tempo per convincere il governo israeliano, ma alla fine abbiamo cominciato a fare esercitazioni congiunte e collaborare in modo sempre più stretto. Dal 1948, cioè da quando il Comitato della Croce Rossa Internazionale si riunisce nelle Conferenze Internazionali, a Ginevra è sempre stata sul tavolo la mozione per l’ingresso di MDA all’interno del Comitato, mozione votata solo da Israele e Usa. Nel 2003 ho cominciato ad impegnarmi per quella causa, i miei colleghi erano preoccupati: pensavano che palestinesi e israeliani non si sarebbero mai incontrati e invece fu facile. Abbiamo messo subito in chiaro che non avremmo mai parlato di torti o ragioni, ma solo delle ragioni umanitarie che ci avevano portato lì. E infatti nel 2006, sotto la mia Presidenza della Commissione, Magen David Adom e la Mezza Luna Rossa Palestinese vennero ammesse a pieno titolo. Al di là di ogni divisione siamo tutti esseri umani e dobbiamo ricordarcelo sempre”.

La serata ha avuto anche un importante scopo benefico, lanciando la campagna per l’acquisto di un “First Response Vehicle”: un’auto medica destinata a contribuire all’opera di Magen David Adom salvando vite in Israele. L’appello a donare condotto da Roberto Cohen ha concluso in modo partecipe e commovente l’evento. Una causa che naturalmente resta aperta anche nei prossimi giorni così come la promessa di raddoppio da parte di MDA UK

o può donare direttamente sull’IBAN IT95L0200801664000106269375

BIC/SWIFT UNCRITM1S54 intestato ad Associazione Amici di Magen David Adom in Italia ETS


Il corso sulla gestione degli incidenti di massa


La celebrazioni dei 10 anni di AMDA Italia hanno avuto anche una anticipazione interessante nella mattinata del 20 ottobre. La delegazione di MDA intervenuta alla serata si è infatti trasformata in una equipe di insegnanti estremamente qualificati per tenere un Corso sulla gestione degli incidenti di massa che si è svolto nella Sala Segre della Comunità Ebraica di Milano.


Corso che ha visto circa una quarantina di partecipanti per condividere l’esperienza israeliana sugli interventi più critici, facendo una valutazione delle migliori metodologie di intervento.


Dopo i saluti introduttivi da parte di Sami, il Dott. Al Hadid e Jacopo Jona Falco (responsabile della formazione di AMDA) il corso ha visto l’intervento di Yonatan Yagodovsky che ha descritto anche l’importanza delle moto mediche della Piaggio. L’intervento di Giada Hachmoun Baum si è incentrato sul metodo israeliano di insegnamento dell’uso del DAE, con alcuni spunti interessanti. Partendo dal presupposto che i DAE sono oggi fortunatamente molto diffusi, e che il numero di persone addestrate al loro utilizzo influisce moltissimo sulle probabilità di sopravvivenza di chi è vittima di arresto cardiaco. “in piazza del Duomo -ha proposto Giada - sarebbe utile predisporre un punto informativo per insegnare l’utilizzo del DAE, cercando di incuriosire i passanti e i turisti ed insegnare l’ordine delle manovre per salvare quante più vite possibile”.

E’ seguito l’intervento di Felix Lotan in qualità di Responsabile del reparto di gestione delle emergenze MDA relativo ai recenti attacchi terroristici, Incidenti e triage.

Sul triage, molto significativo è stato l’intervento del Dott. Mario Raviolo, Direttore del 118 del Piemonte, che ha riportato esempi concreti su alcune modifiche apportate ai protocolli adottati nella sua regione, in merito alla risposta logistica delle maxi emergenze, sulla base dell’esperienza israeliana del MDA.

Il corso si è tenuto con il patrocinio di AREU Regione Lombardia, 118 Piemonte, AME Associazione medica ebraica, Comunità Ebraica di Milano e SDU.








 

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