top of page


Fino ad oggi abbiamo parlato spesso della Banca del Sangue, ma solo accennato a una banca altrettanto preziosa che sarà collocata anch’essa all’interno del nuovo complesso del Magen David Adom in fase di completamento a Ramle: la Banca del latte materno.

Una banca del latte è indispensabile per soddisfare le necessità dei neonati nati prematuri, ma è utile anche in altre situazioni, ad esempio per neonati che non possono essere alimentati al seno, o neonati affetti da patologie che impediscono un’alimentazione alternativa. Raccogliere e conservare il latte umano però presenta procedure complesse e oggetto di continui test. Per questo è molto utile la visione di questo servizio realizzato per un TG israeliano, dove si ripercorre il viaggio di questo preziosissimo alimento attraverso una delicata filiera messa a punto da MDA che si occupa del rapporto con le donatrici, della raccolta, della conservazione e della sua distribuzione dove necessario.

Il video racconta le forti relazioni che il latte materno crea tra le diverse donne: c’è chi ha donato nel corso del tempo ben 160 litri alla banca e chi non avendo abbastanza latte, con un figlio di quattro mesi allergico ai sostituti del latte materno, riceve donazione costanti da altre mamme. Tutte le donatrici vengono sottoposte a screening medici e a indagini sul proprio stile di vita e dal personale della Banca del Latte. A una madre viene chiesto se si fida del latte che riceve: “Mi fido perché le donne vogliono aiutare altre donne in difficoltà” risponde.

Il video entra nei dettagli sulla meticolosa procedura del trattamento del latte, conservato dalle madri nel congelatore fino al ritiro di MDA, per poi essere analizzato, diviso per data di consegna, sottoposto a diversi trattamenti e infine conservato a -80° in quello che è chiamato “uno dei luoghi più sterili del mondo”.

Una curiosità: le pareti dei laboratori sono colorate di giallo paglierino per non intaccare la vitamina C presente nel latte.

 

ree

Come già riportato sulle nostre news sta svolgendo in queste settimane il corso di Primo Soccorso destinato agli allievi della Scuola Ebraica di Milano, promosso da Amici di Magen David Adom Italia ETS, insieme all’Associazione medica ebraica (AME) di Milano, con la collaborazione di Croce Rossa Italia – Comitato di Milano, e rivolto principalmente ai ragazzi dai 11 ai 18 anni.

Proprio in questi giorni ci arriva da Israele una storia che mette in luce quanto sia importante imparare fin da giovanissimi le regole base per soccorrere chiunque lo necessiti. La protagonista si chiama Mia Shapiro Sterlin, ha 15 anni e vive a Bat Yam, una cittadina sulla costa poco più a sud di Tel Aviv. Come molti suoi coetanei in Israele ha completato il corso di primo soccorso di MDA ed ha scelto di diventare volontaria nell'organizzazione.

Tre settimane fa, mentre era in un negozio della sua città, ha sentito una richiesta di aiuto. A terra c’era Shmuel Levy, un signore di 79 anni, privo di sensi. Accanto a lui era già intervenuto un passante che stava portando i primi soccorsi: l’uomo aveva avuto accesso a un defibrillatore collocato in una vicina cabina della lotteria e stava seguendo al telefono le istruzioni di un paramedico della Centrale operativa del MDA su come eseguire la rianimazione con l’apparecchio. A questo punto è intervenuta Mia: si è identificata come una volontaria MDA, ha iniziato a eseguire una serie di compressioni toraciche e infine ha utilizzato il defibrillatore per stabilizzare Shmuel, che è stato così evacuato in sicurezza in ospedale. L’uomo se la caverà e Mia ha salvato la sua prima vita.


ree


 

Di Sami Sisa


Uno dei progetti più importanti di sempre per Magen David Adom, la grande banca del sangue di Ramle, è ormai praticamente completato. Un edificio destinato ad ospitare in assoluta sicurezza tutto il plasma occorrente al Paese, diventare il principale centro logistico per le emergenze in Israele, e fare ricerca ad altissimo livello. Lo ha visitato in anteprima Sami Sisa, Presidente di MDA Italia. Ecco il suo reportage che ci conduce in anteprima in una struttura straordinaria sotto molti punti di vista.



ree

Ho avuto il piacere di visitare la nuova Banca del Sangue di Ramle il 26 ottobre insieme al direttore dei lavori Alon Friedman. Mi sono quasi commosso davanti a una struttura pensata in modo così perfetto e realizzata così bene. Niente è stato risparmiato, ogni elemento che compone l’edificio è della migliore qualità possibile.

Quello che impressiona maggiormente sono i criteri di estrema sicurezza con cui è realizzata la costruzione. Sicurezza per chi vi lavorerà e per tutto quello che dovrà contenere, a cominciare dal plasma destinato a coprire il fabbisogno dell’intera nazione: vale a dire tutti gli ospedali pubblici e le necessità dell’IDF. La Banca del Sangue è un punto nodale per la difesa, ma anche per la medicina e per la salute di Israele. Nulla a che vedere con la vecchia sede nell’ospedale di Tel Hashomer che, pure essendo una struttura medica all’avanguardia, non dava le stesse garanzie di sicurezza, tanto che in passato era stata raggiunta da missili sparati da Gaza e dal Libano. Inoltre, oggi serve una Banca del Sangue che possa servire una popolazione passata dal 1990 a oggi da 4 a 9 milioni di abitanti. Questa struttura garantirà il sangue a tutta Israele almeno per i prossimi 30 anni.


Una struttura pensata per resistere a qualunque minaccia

La costruzione ha tre piani visibili e tre piani strategici interrati pensati per massimizzare la sopravvivenza e il lavoro in condizioni estreme di attacco o di catastrofe naturale. Del resto tutta la struttura è stata progettata da uno dei massimi esperti di Banche del Sangue a livello mondiale e ha avuto la consulenza del Pikud HaOreh l’agenzia israeliana che si occupa della sicurezza interna.

Una parte della strategia dell’edificio per resistere a tutto si basa sulla ridondanza dei sistemi. Ogni cosa è raddoppiata: esistono due laboratori per l’elaborazione del sangue, due magazzini per la conservazione del plasma… Ci sono portelli blindati in grado di chiudersi in pochi secondi, le linee elettriche arrivano all’edificio da città diverse, in modo da essere totalmente indipendenti, ma anche se mancasse l’energia in tutta Israele il palazzo dispone al sottolivello più basso di tre generatori che permettono di lavorare ancora per tre giorni senza corrente più un altro in grado di entrare in funzione se anche questi si guastassero.

Quello stesso livello ospita una capsula schermata, completamente indipendente da tutto il resto della struttura, con propri filtri dell’aria e un proprio generatore che costituisce l’ultimo spazio di lavoro e di magazzino per il plasma nel caso tutto il resto dovesse essere compromesso.

La cosa strabiliante è la quantità di spazio disponibile, ovunque ci sono escape road che permettono di passare da una parte all’altra della struttura in pochi secondi, di continuare il lavoro senza mai fermarsi e nel contempo permettono al personale una buona dose di confort. Ci sono bar, docce (comprese quelle di decontaminazione in caso di attacco chimico o biologico) e nei piani superiori troviamo una scuola per i flebotomisti, uffici, strutture logistiche e un ristorante, enorme.


Un centro ematologico mondiale

Dobbiamo ricordarci che questo luogo servirà non solo come banca del sangue e banca del latte materno, ma ospiterà tutta la logistica dell’emergenza israeliana. Inoltre sarà un centro ematologico collegato con tutte le strutture di questo tipo sul pianeta, compreso quello di Bristol, punta di diamante nelle ricerche sul sangue. Già oggi questa rete ha contribuito a straordinari passi avanti in Israele sullo studio del plasma. Qui sono stati trovati sottogruppi che non esistono da nessuna altra parte. Questo perché la ricchezza etnica di Israele è unica, con 154 etnie diverse che coesistono e ne fanno il più vasto bacino di ricerca in questo campo che esista sulla Terra. Quello che sarà studiato qui potrà avere risvolti sulla ricerca scientifica a livello mondiale aiutando tutti gli abitanti del pianeta.


I prossimi step

I primi macchinari cominceranno ad essere messi in opera a partire da gennaio ed entro il 22 maggio il personale comincerà ad occupare l’edificio. L’inaugurazione è prevista per fine maggio e personalmente non posso perdermela: ho avuto l’onore di firmare con altre 21 persone, di MDA e del governo israeliano, un impegno per completare la struttura in tempo. Una pergamena che è stata cementata insieme alla prima pietra e questo mi rende ancora più orgoglioso di aver partecipato a questa impresa, di aver assistito alla sua costruzione ed ora di vederla terminata. Questo non è soltanto un regalo per MDA, è un regalo per tutta la popolazione Israele e per il mondo intero.

Eliat Shinar

Non posso concludere il mio racconto senza parlare dell’angelo ispiratore di questo progetto: la professoressa Eilat Shinar, ematologa di fama mondiale, direttore del centro trasfusionale israeliano e della Banca del Sangue, ha lottato ogni secondo della sua vita affinché ci fosse sempre il sangue necessario per chiunque ne avesse bisogno. L’ho vista personalmente occuparsi delle spedizioni di plasma per i territori palestinesi, inviare cordone ombelicale in Turchia e in Giordania e fare delle cose incredibili per far arrivare in tempo un’unità di sangue dove serviva. Per lei non esistono differenze di etnie o paesi, per lei l’unica cosa che conta è salvare il maggior numero di vite. Ogni sera scrive un bigliettino con la cifra di quanto sangue è contenuto negli ospedali israeliani e lo mette sotto il cuscino. Dobbiamo a lei questa splendida realizzazione che fa onore alla nostra civiltà.





 

Conferma la tua iscrizione cliccando sull'email che ti abbiamo inviato

Associazione Amici di Magen David Adom in Italia ETS

Sede legale Via Giacomo Leopardi, 1 - 20123 Milano

email info@amdaitalia.org
tel +39 392 006 9690
IBAN IT95L0200801664000106269375

BIC/SWIFT UNCRITM1S54

codice fiscale 92067200136

  • Facebook
  • Instagram
  • LinkedIn

Photo credit: Amar Amit, Eliran Avita,

Assf Berzinger, Assi Dvilanski,

Yehezkel Etkin, Nathan Kudinsky,

Aba Richman, Ido Rosenblat, Eli Wissl

MDA Operational unit

© 2025 MDA Italia ETS

bottom of page