top of page


Questa mattina Israele si è di nuovo svegliata nel sangue: quello causato da doppio attacco terroristico a Gerusalemme condotto con una brutale modalità che ha pochi precedenti nella storia recente della Nazione. Due esplosioni coordinate a poca distanza l’una dall’altra, due bombe collocate con l’intenzione di uccidere il maggior numero di civili possibili, due attentati che arrivano dopo appena una settimana da quelli in Cisgiordania di cui vi abbiamo dato notizia. Tutto fa pensare all’inizio di una decisa escalation del terrore con attacchi molto più letali a distanza ravvicinata. Il ruolo di MDA sarà sempre più determinante per limitare il numero delle vittime come testimonia la cronaca di queste difficili ore.

Le prime segnalazioni al centro di emergenza 101 di MDA sono arrivate alle 07.06 di mercoledì 23 novembre, parlavano di un'esplosione alla fermata dell'autobus all’ingresso occidentale di Gerusalemme verso i Giardini Sakharov. I soccorritori e i paramedici dell'MDA hanno curato e trasportato 12 vittime, di cui 4 in gravi condizioni (65, 45 anni e due maschi di 16 anni), un 20enne in condizioni moderate e 7 feriti lievi.

Alle 07.35 altre chiamate, questa volta per una seconda esplosione a una fermata dell'autobus sulla strada di Ramot a Gerusalemme. I paramedici e i paramedici di MDA hanno curato e trasportato agli ospedali di Hadassah Mount Scopus e Hadassah Ein Karem 3 vittime lievemente ferite, tra cui un bambino di 12 anni, una donna di 50 anni e un uomo di 40 anni, oltre a 4 pazienti che soffrivano di sintomi di stress.

MDA Blood Services ha fornito ben 70 unità di sangue e plasma all'ospedale Shaare Tzedek di Gerusalemme.

Nonostante i soccorsi tempestivi però il bilancio è attualmente pesante: un morto e 19 feriti in totale di cui due in condizioni particolarmente gravi, ma poteva essere molto peggio considerate le condizioni del traffico in quelle ore in cui la gente si reca al lavoro. La matrice sembra essere chiara: Daoud Shehab, un dirigente della Jihad islamica, citato dalla radio pubblica israeliana Kan, ha parlato di "operazioni eroiche" lanciate per ricordare agli israeliani che i luoghi santi islamici rappresentano "una linea rossa" che non deve essere oltrepassata. Dichiarazioni che fanno pensare che la tensione rimarrà molto alta nei prossimi giorni.

Mai come questi momenti è quindi importante ribadire il ruolo di MDA, l’estrema preparazione del personale, la rapidità di intervento, la capacità di far arrivare il sangue dove serve, sono tutti fattori determinanti nel compito di salvare più vite umane possibile. E sono tutti fattori in cui i vostri contributi possono essere determinanti, per la formazione dei paramedici, per far arrivare un mezzo efficiente quel secondo prima che fa la differenza, perché ci sia sempre plasma a disposizione e molto altro

Il terrorismo si combatte anche contribuendo a rendere il servizio di MDA ancora migliore: https://www.amdaitalia.org/dona




Per gli Amici di Magen David Adom Italia la visita in Israele che si è svolta dal 30 ottobre al 1 novembre rimarrà negli annali. Non solo è stato possibile mostrare l’operatività di mezzi e strutture di MDA a un largo gruppo di donatori provenienti da Milano e da Torino, ma in una sola giornata sono stati donati ufficialmente dall’Italia ben tre veicoli all’organizzazione di soccorso. Come vi avevamo promesso recentemente sui social, ecco una breve cronaca di questo viaggio dalle parole del Presidente di MDA Italia ETS Sami Sisa.

“La prima tappa è stata al centro operativo del Magen David Adom a Kyriat Ono, poco distante da Tel Aviv. Fin da subito è stata molto interessante perché il gruppo ha potuto prendere visione della grande professionalità e dei notevoli mezzi tecnici di cui MDA dispone. Siamo stati guidati da Aryeh Myers, uno dei più esperti paramedici del Magen David Adom, il quale ci ha introdotto all’operatività del centro attraverso una piccola conferenza. Siamo stati poi liberi di osservare le innumerevoli postazioni dove i volontari ricevono le telefonate di emergenza; è evidente fin dal primo sguardo la loro estrema preparazione professionale, anche se alcuni di loro sono molto giovani: li abbiamo visti sovraintendere da remoto a una rianimazione e persino a un parto. Poi, dopo un piccolo rinfresco, siamo risaliti in pullman con destinazione Ramle, per visitare il nuovo Marcus National Blood Services Center che si è inaugurato pochi mesi fa e che è conosciuto soprattutto per essere la nuova sede della Banca del Sangue. Ogni volta che torniamo qui non si può non rimanere colpiti dalle dimensioni e dalle dotazioni tecniche di questo edificio polifunzionale. Ad accoglierci c’era Eilat Shinar, ematologa di fama internazionale, Direttrice della Banca del Sangue, una donna straordinaria che ha voluto fermamente quest’opera e che nonostante l’immensa mole di lavoro è sempre disponibile per i visitatori. Abbiamo visitato tutti e cinque i piani, di cui tre interrati, il centro trasfusionale che si aprirà a breve, così come i locali del centro di ricerca ematologica e il centro per la raccolta del latte materno. I metodi di sicurezza non hanno mancato di impressionare i nostri amici che venivano qui per la prima volta.

Nel piazzale di fronte al Centro la parte più toccante della visita. Con una piccola cerimonia sono stati dedicati a Magen David Adom ben tre mezzi donati dai sostenitori italiani: l’auto medica Kia Picanto, dedicata alla memoria di Eugenio Borroni z”l; una moto dedicata a Vittorio Heneisc z”l & Isacco-Clamo-Evelin Meghnagi z”l (già operativa nel 2019, ma che non era stata inaugurata ufficialmente a causa della pandemia) e la moto medica dedicata al Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella. A rappresentare MDA c’era Yonatan Yagodovsky, Direttore delle relazioni internazionali dell’Organizzazione.


Il rientro è stato come una gita scolastica, stanchi ma estremamente felici – conclude scherzosamente Sami Sisa – è stato bello toccare con mano il risultato di tanto impegno, ma anche di tanta amicizia che crea questo magnifico ponte tra Italia e Israele nel nome di quella che è la miglior missione che si possano dare gli uomini: salvare vite”.


Proprio mentre i viaggiatori tornavano è arrivata nella sede di AMDA Italia, proprio da Yonatan Yagodovsky, una bellissima lettera di ringraziamento che annunciava l’ingresso immediato della Kia Picanto nella flotta di mezzi di soccorso. Il veicolo salvavita, in questo momento è già in dotazione ad un’unità di primo di MDA. Un’ulteriore testimonianza dell’utilità e dell’urgenza di questa donazione.










La carriera di Alex Michigan come soccorritore di Magen David Adom è iniziata per caso più di 50 anni fa, nel 1971. Alex si trovava nei pressi di una sparatoria nella zona di Tiberiade a pochi km dal confine giordano: “Mi trovavo nella zona e ho iniziato subito a curare i feriti. Il capo del Magen David Adom della città rimase colpito dalla mia intraprendenza e dalle mie azioni, così mi reclutò e da allora sono un paramedico".

I soccorritori di MDA sono estremamente disponibili e pronti a sacrificare molto del loro tempo pur di salvare vite, ma Alex batte veramente ognuno di loro in termini di durata di servizio e reperibilità. "Sono reperibile 24 ore su 24 e sette giorni su sette - dice - Quando mi chiamano, lascio tutto quello che faccio e mi precipito sul posto".

La famiglia e gli amici di Alex Michigan quindi si sono abituati a vederlo ricevere una telefonata durante un evento familiare o una cena, prendere casco e kit medico e filare alla velocità di un fulmine con il suo scooter sul luogo di un incidente o dove qualcuno ha avuto un malore. Una volta che il suo telefono si accende, si lascia tutto alle spalle e si precipita a salvare un'altra vita, mentre sua moglie gli raccomanda di andarci leggero con l’acceleratore.

Si perché un po’ di prudenza è d’obbligo, visto che Alex Michigan ha ormai superato gli ottanta, è padre di quattro figli e nonno di 12 nipoti, ma non ha alcuna intenzione di ritirarsi presto dal servizio di emergenza. Quando gli è stato chiesto per quanto tempo ancora continuerà a rispondere alle chiamate ha risposto: "Mia nonna è morta a 103 anni".

bottom of page