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Il Secondo Seminario Medico Internazionale Italia-Israele sugli Incidenti di Massa


A fine maggio 2023, si è svolto nella stupenda città di Cuneo il Secondo Seminario Medico Internazionale Italia-Israele sugli incidenti di massa e sulla medicina dei disastri, promosso dal Dr. Mario Raviolo Direttore del 118 e delle Maxi emergenze del Piemonte.

Presenti i maggiori esperti dei due paesi riuniti per condividere la propria esperienza sul campo in Turchia durante l’ultimo terremoto, per presentare il supporto logistico dato dalla Protezione Civile del Piemonte e dalla delegazione israeliana e considerare le sfide ancora aperte.


Il Prof. Kobi Peleg, Professore all'Università di Tel Aviv, si interroga se il mondo sia effettivamente pronto a reagire tempestivamente ai futuri disastri e dimostra come la possibilità di salvare persone intrappolate sotto le macerie entro le quarantott’ore sia minima per le squadre di soccorso date le difficoltà logistiche di raggiungere i luoghi della tragedia e di farvi arrivare tutto l’occorrente: i mezzi con la pesante attrezzatura arrivano sempre troppo tardi.


Felix Lotan, Direttore del Dipartimento delle Emergenze di MDA e capo della spedizione israeliana in Turchia, racconta il sacrificio enorme profuso e i pericoli corsi per il ritrovamento di 19 persone ancora in vita. Una goccia rispetto ai 120.000 morti o dispersi.


Ofer Merin, Direttore Generale dell’ospedale Shaare Zedek di Gerusalemme e Responsabile dell’esercito israeliano per tutte le grandi emergenze in Israele e nel mondo, ci fa capire che il compito principale degli ospedali da campo non è nella cura immediata dei traumi e dei grandi feriti ma nel sostituirsi velocemente al sistema sanitario devastato del paese.


Mario Raviolo, Direttore del Dipartimento della Maxi Emergenza del 118 della Regione Piemonte, certificato EMT2, unico in Italia, racconta che l’attività principale dell’ospedale da campo italiano allestito in loco e poi regalato alla Turchia sia stata la medicina sostitutiva della sanità locale piuttosto che l’intervento sui traumi; 80 t di materiale sanitario che sono andate a sostituire tutto quello che è stato perso durante il terremoto. Poche operazioni importanti e interventi di trauma, ma molte nascite e molte visite di routine ospedaliere hanno costituito l’effettiva attività dell’EMT2 italiano.

Si riflette su tutto questo e si definisce, concordando, che la migliore strategia dal punto di vista di forze e di economia sarebbe quella di spendere questi capitali ingenti nell’insegnare alle popolazioni che vivono in territori a rischio le basi del salvataggio e del primo soccorso. Infatti, la stragrande maggioranza dei corpi ritrovati sotto le macerie sono grazie all’opera della comunità, delle famiglie, dei parenti che possono intervenire immediatamente: 24 -48 ore sono il termine entro il quale si può sperare di salvare qualcuno, mentre i ritrovamenti oltre questo limite sono pochi e miracolistici.


Occorre formare dunque la popolazione al soccorso di base e fare arrivare ospedali da campo insieme ai maggiori esperti nell’ambito delle grandi emergenze per sostituire l’attività sanitaria che è stata annullata dall’evento catastrofico. Quello che emerso dai tragici resoconti dei relatori è troppo forte per essere riportato, ma sappiate che questi eroi del salvataggio sono in prima linea davanti a grandi pericoli e in condizioni che non possono essere ripagate da nessuna remunerazione materiale. Salvare vite umane è ciò che premia il più giovane dei soccorritori così come il più alto in grado dei responsabili.


“Nelle missioni entriamo nell’anima e nel cuore di chi ha bisogno” dice commosso Raviolo. “Ho dedicato tutta la mia vita alle emergenze. Credo sia il lavoro più bello del mondo, dove ricevi un grazie anche solo per una semplice medicazione.”









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