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Il progetto “Primi Soccorritori” del Magen David Adom riscuote un grande successo e ogni settimana sempre più medici, infermieri e paramedici aderiscono al progetto: nelle sole ultime due settimane hanno aderito 119 nuovi Primi Soccorritori. Ad Eilat, 15 residenti hanno completato con successo il corso di formazione per autisti soccorritori e sono pronti a rispondere alle chiamate di emergenza nella loro città. A Tel Aviv, sono 50 i nuovi diplomati che sono stati inseriti nelle squadre di volontari del MDA. A Kafr Jat, 23 tra dottori, infermieri e paramedici hanno aderito al progetto e rinforzeranno le forze del MDA in quell’area. Infine a Baqa al-Gharbiyye 31 medici si sono uniti ai volontari della città. Congratulazioni ai nuovi arrivati!

Una nuova App salvavita del Magen David Adom riduce il tempo di trattamento di un ictus. Lo scorso mese di marzo il Magen David Adom ha tenuto una conferenza a cui hanno partecipato 25 neurologi e professionisti di medicina d’emergenza provenienti da vari ospedali israeliani, per svelare nuove funzionalità di una app salvavita.


Nella conferenza, MDA ha presentato un nuovo modello per il trattamento dei casi di ictus, abilitando una nuova funzionalità. Il modello è stato sviluppato dal team del Magen David Adom in collaborazione con il Dott. Roni Eichel dello Shaare Zedek Medical Center. La nuova funzionalità è stata testata con successo durante un progetto pilota e sarà introdotta in tutti gli ospedali israeliani. L’app sarà disponibile per tutti i membri del personale del servizio di emergenza.


Secondo il Dott Eichel, un ictus può manifestarsi improvvisamente ed ogni minuto che passa il paziente può perdere 2 milioni cellule cerebrali subendo danni irreparabili e gravi disabilità. Pertanto, è assolutamente importante che diagnosi e trattamenti siano rapidi e corretti.

Una volta che la squadra di soccorso raggiunge ed esamina il paziente, grazie all’app è possibile trasferire immediatamente i dati necessari per l’ammissione al reparto ospedaliero d’emergenza. Tali dati comprendono:

  • Dati demografici (in modo da avere già un file di ammissione);

  • Pressione arteriosa;

  • Frequenza cardiaca e la respirazione;

  • Sintomi neurologici e l’orario di arrivo.

Allo stesso tempo, le squadre possono contattare direttamente il neurologo dell’ospedale, al fine di fornire ulteriori dettagli. Una volta che i dati sono inviati, l’ospedale attiva un codice speciale che consente di aprire una cartella clinica e liberare una sala TAC pronta per quando il paziente arriva.

Gerusalemme è conosciuta per essere una città complicata, composita. Nella zona Est la maggioranza non parla fluentemente l’ebraico e nella zona Ovest  la maggioranza non parla fluentemente l’arabo. Questa realtà crea difficoltà di base per il personale del Maghen David Adom dell’area di Gerusalemme che deve confrontarsi quotidianamente con problemi di lingua mentre interviene per salvare vite nelle emergenze.



Con l’intenzione di aiutare il personale del Maghen David Adom, lo scorso mese si è aperto un corso di Arabo parlato, a Gerusalemme, al quale si sono iscritti 40 volontari della stazione di Gerusalemme del Maghen David Adom. Il corso è guidato da Ziad Jadallah, un medico specializzato nelle emergenze, che è volontario al Maghen David Adom di Gerusalemme e codotto con altri 3 istruttori. Il corso di svolge una volta alla settimana ed è patrocinato dall’associazione “Jerusalem Dialogue”. Il programma dell’associazione è quello di sviluppare ogni possibile opzione di dialogo fra le due parte della città, con cura particolare alle situazioni più cruciali. Uno dei progetti dell’associazione si chiama appunto “Maghen David Adom parlando l’Arabo”. Il progetto offre una serie di sessioni di Arabo parlato integrato specifici contenuti del mondo medico che garantiscano ai medici e paramedici del MDA strumenti essenziali mentre forniscono cure mediche ai pazienti di lingua araba.

Inoltre, i partecipanti vengono condotti a Gerusalemme Est, vengono condotti nelle scuole arabe per creare contatti, farsi conoscere, avvicinarsi allo stile di vita degli Arabi, capire meglio in futuro quali possano essere le situazioni di emergenza in cui potrebbe essere richiesto il loro intervento. Ziad Jadallah, iniziatore del corso afferma: “Sono fiero nel constatare che i partecipanti al corso sono soddisfatti, ed imparano bene e con molto impegno. E’ chiaro che una cura medica parte dalla comprensione fra medico o paramedico e paziente e il dialogo deve passare per forza da una lingua comune”.

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